Sin dall’antica Grecia, l’uomo ha guardato con ammirazione allo sportivo “di successo”. Un atleta capace di illuminare la fantasia degli appassionati con prestazioni, imprese e giocate che solo un individuo in possesso di un “dono” speciale è in grado di compiere. Ma cosa serve per raggiungere il top in una determinata disciplina? È sufficiente il talento innato o a fare la differenza è l’allenamento? Con l’implementazione della tecnologia ed il miglioramento delle conoscenze in ambito medico sportivo, la preparazione atletica è diventata una scienza che per la programmazione di allenamenti specifici necessita di un accurato studio individuale.
L’evoluzione dello sport
Spesso ci capita di soffermarci a guardare in televisione o sui social degli eventi sportivi degli anni ’80 e ’90 e ci meravigliamo di quanto i ritmi ed i colpi fossero completamente diversi da quelli a cui siamo abituati oggi. Che si parli di calcio, basket o tennis, lo sport si evolve di anno in anno, richiedendo uno sforzo da parte degli atleti sempre maggiore, sia dal punto di vista fisico che mentale. Sebbene lo sportivo di oggi, inteso come “macchina organica”, sia lo stesso di venti o trenta anni fa, le prestazioni migliorano di anno in anno, raggiungendo vette raramente toccate in precedenza. Il merito di queste prestazioni monstre è senza dubbio riconducibile sia all’attenzione che gli sportivi ripongono nell’alimentazione, sia all’evoluzione degli studi in ambito medico/sportivo. Rispetto al passato, oggi ad esempio è possibile studiare “i limiti individuali” e ciò avviene mediante l’analisi del recupero biochimico dallo stress ossidativo, che permette valutazioni prestazionali finalizzate a gestire sia le fasi di recupero che le fasi di allenamento vero e proprio. Questo metodo permette di ridurre gli infortuni e migliora la qualità ed il recupero atletico, garantendo prestazioni medie più elevate rispetto al passato. A conferma di ciò, basta dare un’occhiata ai record individuali nelle discipline olimpiche che vengono continuamente infranti dai nuovi atleti emergenti. Non si tratta di evoluzione della specie, d’altronde in poco più di 30 anni risulterebbe altamente improbabile, bensì di evoluzione della preparazione.
La preparazione atletica nel calcio di oggi
Il calcio, uno degli sport più noti e praticati a livello mondiale, è una delle
discipline in cui, negli ultimi anni, l’evoluzione di cui abbiamo parlato è
stata più radicale. Il tempo dei gradoni, degli allenamenti in montagna o dei
sacchi di sabbia è ormai terminato. Come raccontato
anche da La Gazzetta dello Sport, si è compreso che caricare fisicamente in
modo così gravoso un calciatore non è utile, anche in considerazione del fatto
che, ormai, un giocatore può arrivare a disputare anche tre partite in sette
giorni. Sovraccaricare la muscolatura, anzi, sarebbe addirittura deleterio ed
andrebbe ad esporre l’atleta ad infortuni, contratture e pesantezza fisica.
Oggi la velocità e le capacità atletiche la fanno da padrone ma ciò non vuol dire
che sia calata la qualità. Spesso, tra gli addetti ai lavori e tra i tifosi
nostalgici, si sente dire che negli anni ’80 e ’90 la qualità fosse molto
superiore rispetto ad oggi. Dati alla mano, tuttavia, pare proprio che non sia
stata la qualità a diminuire, bensì la velocità ad aumentare. Nel calcio
moderno, durante una partita, i chilometri medi percorsi dai giocatori sono
aumentati del 25-30% rispetto a 20 anni fa, e lo stesso è avvenuto per i tiri
in porta, i passaggi e le altre giocate “qualitative”. Per comprendere quanto
sia importante la preparazione fisica nel calcio moderno, basti pensare a ciò
che riesce a fare a 34 anni suonati Cristiano Ronaldo. Nonostante non sia più
un ragazzino, il fenomeno portoghese che al 15 di luglio, secondo le
scommesse online di Betway, a quota 4,50, è nuovamente tra i favoriti
per la vittoria del Pallone d’Oro, riesce ancora a fare la differenza,
principalmente dal punto di vista atletico. Cura maniacale del proprio corpo,
alimentazione corretta, alternanza di lavoro, riposo e recupero, sono tutti
fattori che permettono agli atleti di allungare le proprie carriere e di
restare al top per molto più tempo rispetto al passato.