Al via Saie, il salone per le tecnologie in edilizia

A Bologna si fa il punto, come ogni anno, sul futuro dell’edilizia. Nel capoluogo dell’Emila Romagna, anche quest’anno, si è rinnovato l’appuntamento con Saie, il Salone delle tecnologie per l’edilizia, giunto alla sua 53° edizione.

Un Salone che guarda al futuro

Candelina numero 53 per il Salone delle tecnologie per l’edilizia (Saie) che a Bologna, presso BolognaFiere, ha inaugurato la sua più recente edizione. Un compleanno importante che ha provato a fare il punto sulle sfide future di un comparto che ancora fa fatica a rimettersi in piedi, dopo i durissimi colpi della crisi economica iniziata quasi 10 anni fa. A curare questa edizione è stata Senaf.

Oltre l’ostacolo

A caratterizzare questa particolare edizione è stata proprio la voglia di riscattare un settore in difficoltà: partendo dalla fotografia dello stato attuale delle cose, dall’analisi di dati che lasciano davvero di stucco con 120 mila imprese, 600 mila occupati e il 50 per cento degli investimenti persi negli ultimi 10 anni ma guardando oltre. E dove si annida il futuro dell’edilizia? Due i pilastri della rinascita del comparto: innovazione di prodotto e digitalizzazione dei processi per riqualificare città e infrastrutture. Un percorso che le imprese stanno già in parte seguendo, basti solo pensare alla nuova possibilità di dotarsi delle attrezzature migliori sul mercato anche con un semplice click grazie a strumento come il sito di Giffi Market.

L’edilizia si fa 4.0

Entra di diritto nel comparto dell’edilizia e spariglia le carte la filosofia dell’industria 4.0, con ambiente ed edifici sempre più innovativi e digitali. Una rivoluzione non da poco, destinata a a segnare uno spartiacque tra il prima e il dopo. Tutta la manifestazione, infatti, è stata pensata e organizzata seguendo un filo conduttore: quello dell’ambiente costruito 4.0, con al centro il Bim-Building information modeling. Saie e i suoi 40 mila metri quadri, con 450 espositori e più di 100 tra convegni ed eventi formativi, sono stati proprio la celebrazione di questa nuova edilizia, di queste nuove opportunità che si offrono alla strada per la crescita. Perché le energie sono ancora tutta in piedi e la voglia di combattere per rimettere in piedi il comparto è davvero tanta.

Il punto di vista dei protagonisti

A raccontare come il comparto stia cambiando e di come stia reagendo a tempi particolarmente bui è il numero uno di Federbeton-Confindustria, Roberto Callierei. Con lui parlano le imprese associate al suo Gruppo e i numero non sono da sottovalutare, so tratta di 3.900 aziende per 42 mila addetti e 10 miliardo di fatturato, tutte attive nella filiera del cemento-calestruzzo. Al Sole24Ore, Callieri spiega: “Non c’è progresso senza infrastrutture ed è un non-sense che oggi in Italia ci siano i fondi per le grandi opere ma i cantieri non partono a causa di burocrazia troppo complessa e aziende impantanate dalla crisi. Gli spazi per ripartire ci sono e le nostre industrie hanno sviluppato materiali all’avanguardia”. Da Bologna, però, parte anche un’altra riflessione importante, quella che porta all’attenzione dell’opinione pubblica l’emergenza relativa alle infrastrutture idriche. Un solo dato: la rete idrica italiana, infatti, perde il 39 per cento dell’acqua trasportata, con il paradossale calo degli interventi manutentivi. A portare alla luce questi dati è il Cresme.


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