Fattura Elettronica e Sfide Digitali: Ecco la Sfida che attende L’Italia

EY: Industria 4.0 rallentata da limiti culturali

L’Industria 4.0 è questione di cultura. I freni che ancora permangono allo sviluppo della nuova impresa italiana, infatti, sono di carattere culturale più che infrastrutturale. Se molti passi avanti sono stati fatti nella seconda direzione, tra le piccole e medie imprese del Belpaese permangono alcune paure che impediscono il fiorire delle nuove modalità di produzione. È quanto emerge dalla recente analisi effettuata dall’Ipsos per conto di EY, in collaborazione con il centro studi di Intesa Sanpaolo. Un’analisi presentata pochi giorni fa, nel corso dell’appuntamento con l’XI edizione di EY Capri Digita Summit, focalizzata proprio sulle conseguenze e sull’impatto che la digital transformation sta avendo sia sulle imprese che sulla popolazione.

Imprese che resistono al cambiamento

Il quadro che emerge dall’analisi riflette profonde differenze tra le grandi imprese e quelle di dimensioni più ridotte. Sono soprattutto le seconde a lasciarsi frenare dai timori culturali. Dallo studio emerge proprio che tra i principali limiti che le imprese incontrano nell’uso di tecnologie digitali ci sono la resistenza al cambiamento (per il 54 per cento del campione) e la mancanza di competenze specifiche (27 per cento).

Questione di competenze

La sfida digitale si gioca su livelli molto diversi, va dalla possibilità di avvalersi di software per la fatturazione elettronica (come quelli targati Fatture in Cloud) all’uso di robot dotati di intelligenza artificiale. La verità è che la differenza, nella nuova impresa, si gioca tutta sul piano delle competenze. Da questo punto di vista lo studio Ipsos-EY riflette che le grandi imprese sono stati capaci di cogliere la necessità di introdurre nuove competenze in azienda per facilitare la trasformazione digitale. Diversa ancora una volta la situazione nelle aziende più piccole, così l’11 per cento delle aziende con più di 250 addetti ha un livello di digitalizzazione molto alto, mentre per il 19 per cento il livello è molto basso. Tra le piccole imprese, invece, quelle di dimensioni pari a 10-49 addetti, soltanto l’1 per cento ha un livello di digitalizzazione molto alto, mentre il 58 per cento lo ha molto basso.

Le opportunità

Lo studio si sofferma anche sull’analisi delle opportunità offerte con il Piano Industria 4.0 del Governo Renzi. Emerge che degli incentivi hanno usufruito il 66 per cento delle aziende, anche se dalla ricerca risulta che le aziende investono ancora poco in innovazione di processo e di prodotto e nelle tecnologie della “new digital wave”, dai big data, all’Internet of things, alla robotica. A cosa sono serviti quindi i fondi? A rinnovare l’hardware obsoleto, con gli investimenti orientati soprattutto a tecnologie come sicurezza informatica (45 per cento), applicazioni web e mobile (28 per cento), social media (18 per cento) e cloud (16 per cento).

Tre chiavi per la crescita

Come accelerare lo sviluppo digitale? Tre i pilastri secondo la ricerca: infrastrutture, competenze digitali e un’impostazione culturale coerente con le nuove tecnologie. Sorprende sapere che l’Italia, sotto il profilo delle infrastrutture 4G, vanta la leadership europea, con una copertura del 99 per cento. Passi avanti importanti, poi, sono fatti sotto il profilo del gap dell’ultrabroadband. Qui i dati dicono che in più di 11 mila zone industriali in cui sono attive più di 480.000 imprese, solo un terzo è raggiunto dall’Ultrabroadband di rete fissa.


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